scheda di analisi "I ragazzi di Via Bravetta

SCHEDA NARRATOLOGICA

TITOLO: I ragazzi di Via di Bravetta. Omicidio a Fort Apache

AUTORE: Fulvio Melillo

CASA EDITRICE: Albatros. Il Filo. Collana: Nuove voci

ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2009

GENERE: Possiamo definire questo testo un’ opera documentaria. Essa, infatti, consiste nel resoconto di un’ indagine e di un processo relativo a un crimine.
Tuttavia, la struttura del testo rispecchia quella di un romanzo poliziesco poiché si possono notare gli elementi tipici che contraddistinguono questo genere: l’esistenza di un delitto ( di qualsiasi natura ), le indagini sul crimine con sistemi specifici, ecc…

FASI ESSENZIALI DELLA VICENDA: L’autore esordisce descrivendo il “Residence Roma”, situato in Via di Bravetta , un complesso di case dove vi è una forte tasso di microcriminalità: furti, spaccio di droga e risse sono infatti all’ ordine del giorno. E’ proprio in questo contesto degradato che avviene l’omicidio. Tutto nasce da un complimento che Dritan, un ragazzo albanese, fa alla fidanzata di un ragazzo italiano del Residence. Quest’ ultimo, sentendosi forse offeso, raduna un gruppo di amici e sfonda la porta dell’abitazione dove Dritan e Eddy , un suo amico, si erano rifugiati. Si innesca una rissa che si conclude con la caduta da un terrazzo dei due Albanesi. Di essi solo Eddy si salva, mentre purtroppo Dritan non ce la fa.
Il narratore della vicenda coincide con l’autore che è l’ avvocato di uno degli indiziati dell’ omicidio, Andrea che però viene subito dichiaratoscagionato. Inoltre Melillo , interessandosi attentamente all’ esito della vicenda, diventa anche l’ avvocato di Teresa, una delle testimoni del fattaccio. Dopo varie fasi del processo si arriva alla condanna di solo tre ragazzi. Ma durante la seduta in cui viene emessa la sentenza finale, nel tribunale di Piazzale Clodio, il padre della vittima, Dritan, spara a Franco Cepini dichiarato colpevole dell’omicidio e si suicida sparandosi alla testa.

TEMPO: La vicenda si svolge nell'arco di circa tre anni, precisamente dal 3/4/04, giorno in cui Dritan e Eddy sono caduti giù dal balcone, al 30/1/07, quando l'avvocato Fulvio Melillo è chiamato in Tribunale per l'ultima sentenza, che ha assegnato ad Andrea tre anni di sorveglianza speciale, per frequentazioni con pregiudicati e altre varie ragioni. Nel testo prevalgono i tempi lenti, infatti l'autore si sofferma sullo svolgimento del processo, ma anche sulla possibile ricostruzione della vicenda. Le scene, inoltre, si svolgono con la stessa velocità con cui i nostri occhi leggono il testo, e vengono narrate secondo il loro esatto svolgimento. Infatti, dal giorno della caduta dei due albanesi, si susseguono le varie fasi del processo in modo cronologico, con le precise date. Perciò non vi sono prolessi, cioè anticipazioni dell'autore, e solamente qualche flashback legato alla vita dei ragazzi prima della vicenda e alla loro infanzia da piccoli criminali.

PERSONAGGI

-Narratore:

Il narratore della storia è Fulvio Melillo, un avvocato penalista romano di 41 anni, che racconta in prima persona le vicende divenendone allo stesso tempo un personaggio quando assume la difesa di uno degli indagati. La sua funzione pertanto è anche quella di aiutante di Andrea.
Ha scritto il suo primo libro nel 2007 ispirandosi a una storia vera, che narra il disagio dei giovani in periferia, ''i ragazzi di via Bravetta''.
Dalla lettura del libro si evince che Melillo è una persona che tiene molto a capire ed aiutare le persone più povere e disagiate, ed è proprio grazie alla sua esperienza d'avvocato, di difensore di queste persone che è nata in lui una passione nel parlare con i giovani per far capire loro i rischi relativi alle droghe o all'abuso di alcool.
Melillo con questo libro è riuscito a far vivere anche a noi la sua esperienza descrivendoci luoghi e persone nei minimi dettagli, per far capire anche quanto l'ambiente possa influire sul comportamento delle persone

-Eddy:

Eddy è un ragazzo albanese che, insieme a Dritan, viene spinto giù dal balcone; ma rimane comunque in vita a differenza dell'amico.
Il suo ruolo nella vicenda è quello della vittima, che poi testimonia contro gli ‘‘antagonisti’’.
Eddy è alto circa 1.65m e pesa circa 40kg, nella caduta si è fratturato 2 vertebre, ha perso la milza ed ha avuto alcuni problemi respiratori.
Quando gli viene chiesto di raccontare i fatti nell'interrogatorio fa un po di confusione, ma riesce a descrivere tutto l'accaduto.
Alla fine si scopre che Eddy ha ricevuto dei soldi per non testimoniare contro alcune persone indagate, e questo gli fa perdere molta credibilità.
Poi nell'estate del 2005 si fa arrestare per un modesto furto, ma fortunatamente godeva del permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale.

-Andrea :

Andrea è un ragazzo di circa 24 anni residente, insieme alla sua famiglia, nel “Residence Roma” ed è stato protagonista di diversi reati contro il patrimonio.
Il suo ruolo è quello di protagonista all’inizio, ma poi diventa un personaggio secondario quando Melillo si concentra sul caso per capire chi fosse il colpevole. Melillo si concentra sulla sua versione dei fatti e su un eventuale alibi prima della sentenza riguardo l’omicidio avvenuto il 3-4-2004 che vede come vittima un albanese.
L’alibi che scagiona Andrea è che ha girato tutto il giorno in motorino insieme ad “un amichetto” e ha frequentato una bisca nella zona; inoltre, ha la gamba ingessata e questo non gli avrebbe permesso di correre dietro le vittime.
Andrea all’inizio del processo, durato molto tempo, è il primo tra gli altri indagati ad essere considerato innocente dal Dott. Cipa dopo gli accertamenti effettuati sull’alibi.
Melillo però non abbandona il processo, anzi cerca di capire chi è il colpevole di tale omicidio e col passare del tempo conosce anche gli amici di Andrea e la sua famiglia. Successivamente diventa difensore non solo di Andrea, ma anche dei suoi familiari, riguardo ad altri reati, entrando in stretto contatto con un genere di realtà di forte degrado.
L’avvocato si dedica anche ad altre cause, ma continua a seguire le fasi processuali dell'omicidio di via di Bravetta.
Tutto ciò mentre Andrea continua a compiere piccoli reati.

-Edgar:

Edgar Maskutin è un uomo di circa 50 anni, alto 1,70 m, capelli radi e bianchi. É un cittadino albanese, ex militare delle “forze speciali di Tina”. Egli è un uomo rigoroso e da piccolo ha avuto un’educazione rigida. É vedovo da circa 7 anni e Dritan era il suo unico figlio. Si suicida dopo aver ucciso l'assassino di Dritan.

-Dritan:

Dritan decide di cercare fortuna in Italia dopo aver fatto un viaggio con i genitori di pochi giorni visitando Roma, Napoli, Firenze.
Il padre gli aveva sconsigliato di andare in Italia ma lui non gli aveva dato retta. Non voleva più patire la fame, desiderava le case che si vedevano nei film americani, voleva andare nei ristoranti senza contarsi i soldi in tasca prima di entrare, voleva vestirsi alla moda e conoscere ragazze italiane. Il suo ruolo è quello di vittima, insieme a Eddy.

-Massimiliano:

Massimiliano è lo zio di Andrea. Ha 35 anni. É un ragazzo con problemi psichiatrici. Infatti soffre di una sindrome borderline e ha gravi difficoltà di eloquio. La perizia della dottoressa Arietti è riuscita a fargli riconoscere un vizio parziale di mente; ovvero una capacità di intendere e di volere grandemente scemata che non permette una totale non imputabilità, ma consente uno sconto di pena; a causa del suo problema è pressoché abbandonato dalla famiglia. Per colpa della sua difficoltà di esprimersi viene sbeffeggiato dai poliziotti e da altri detenuti.
Ha passato la maggior parte della sua vita in carcere. Nell'estate del 2006 è uscito con l'indulto e nel settembre dello stesso anno è stato arrestato per furto.
È affetto da autolesionismo, infatti durate le precedenti carcerazioni si era tagliato sulle braccia, aveva ingerito un litro di “mastro lindo”, i bulloni delle sedie e le cerniere del giubbotto e dopo quest'ultimo fatto, era stato messo in una cella vuota per evitare altre sciocchezze. Le sue passioni sono le moto e le macchine: ha una grande abilità nello smontare e rimontare questi veicoli e per questo viene spesso sfruttato da altri che fanno di lui una pedina per alimentare il mercato del riciclaggio di veicoli. Il suo ruolo è secondario rispetto alla vicenda, però la sua storia denuncia una condizione di degrado di persone con difficoltà come Massimiliano, che vengono allontanate dalla società, anche se sono dotate di qualche abilità come lui che potrebbe essere un grande meccanico.

-Franco Cepini:

Franco Cepini, calabrese, ha 40 anni e molti reati sulle spalle. Era ammirato da tutti i ragazzi più piccoli del Residence. Può essere considerato come l’antagonista della storia, l’assassino. Si era guadagnato l'appellativo di “pirata”.
Era stato soprannominato così per i “bottini” che aveva saputo rapinare; negli anni aveva compiuto molti “arrembaggi”, solo che invece di attaccare le navi, montava sulle macchine; la sua tecnica era semplice, simulava dei guasti alla sua vettura in modo da far fermare il malcapitato soccorritore (il più delle volte soccorritrice): quando era “a tiro”, estraeva la sua pistola e depredava la vittima di ogni bene:spesso agiva con un complice, ma non disdegnava di agire da solo. Poco importava uscire e entrare dai centri di accoglienza per i minorenni prima e dal carcere poi, si era costruito una fama e con quella, al Residence, si viveva di “rendita”; sapeva di poter contare su tutti e sapeva che in caso di bisogno nessuno si sarebbe tirato indietro.
Alla sentenza di II Grado è stato condannato alla pena di anni 17 e mesi 8 di reclusione. Secondo la corte: il Cepini ha preso parte alla spedizione punitiva in quanto tale; tanto è vero che è entrato tra i primi in casa degli albanesi, sfondando la porta e ha iniziato a colpire il Bellumb e Eddy in palese contrasto con quanto asserito da quest'ultimo e dall'imputato. Il Cepini era in realtà uno degli organizzatori della spedizione punitiva e, come un cacciatore che diventa più aggressivo quando vede che la preda fugge, sprigiona la sua ferocia animale e arriva con gli altri fino all’appartamento dove stavano Eddy e Dritan. Lì colpisce per primo il Bellumb e M. Eddy, che poi prende per le braccia e lancia dal balcone.
Durante il periodo della comune carcerazione ha avuto la possibilità di avvicinare Eddy e, insieme a Catalano, l’ha corrotto per cambiare versione.

-D'acutto Salvatore:

Assumeva e vendeva droga; è stato riconosciuto solo per la voce - sentenza di II Grado: assolto in mancanza di prove

- Catalano Francesco:

Preferiva rapine e estorsioni

-Calabrese Vincenzo, Calabrese Americo:

I fratelli Calabrese sono cresciuti tra risse e resistenze a P.U: - 12 anni di reclusione

-Gevi Mirko:

Gevi Mirko era una grande promessa del calcio; giocava nei “giovanissimi” della Juventus e forse, facendo affidamento sulle doti atletiche, usava avere rapporti sessuali con la “tecnica del salto". Ha messo incinta una ragazza e ha dovuto smettere di fare il calciatore prima che il “suocero” gli spaccasse le gambe.

-Teresa Enna:

Teresa è la sorella di un accusato per il delitto a Fort Apache; è una ragazza citata tra i testimoni, ha problemi mentali ed era lì il giorno del delitto. Non si sa se ha visto qualcuno, ma la questura è riuscita a capire che Teresa ha riconosciuto la voce di uno degli arrestati. La ragazza è riuscita, inoltre, a vedere le vittime cadere dal 4° piano del Recidence, ma non ha visto nessuna spinta. Lei e Gevi Mirko possono definirsi personaggi secondari.

I ruoli dei personaggi della storia sono un po’ adattati, perché non essendo un romanzo, ma un racconto verosimile, non si possono individuare dei personaggi completamente buoni o cattivi, ma soltanto dei ruoli rispetto alla vicenda legale.

NARRATORE: Il narratore di questo libro è un avvocato, precisamente Fulvio Melillo, che inizialmente partecipa al processo come difensore di uno dei ragazzi indiziati di aver commesso l'omicidio di Dritan e di aver quasi ucciso Eddy. L'avvocato dunque, non è onnisciente, poichè segue passo dopo passo le fasi del processo, interessandosene personalmente anche se Andrea, il ragazzo che deve difendere, è quasi subito chiamato fuori dal " fattaccio". Perciò, possiamo anche definirlo un personaggio esterno, anche se poi è chiamato aa assistere Teresa, una ragazza che aveva visto i ragazzi albanesi volare di sotto, ma non aveva notato chi fosse stato a far ciò. Infine, il narratore, racconta i fatti della vicenda così come sono avvenuti, con le specifiche precisazioni giuridiche, ma non si astiene dal dare un commento personale sulla brutta storia accaduta nel Residence di Via Bravetta.

FOCALIZZAZIONE: La focalizzazione è esterna, poichè il narratore racconta la vicenda dall'esterno, non interessandosi particolarmente di uno dei personaggi e inoltre riesce a far seguire bene le fasi del processo, come se si stessero svolgendo davanti agli occhi del lettore. Infatti, l'autore ci narra ogni fase del procceso, riferendone tutti i particolari. Anche lui dopo le sentenze esprime i suoi sentimenti e a volte anche il suo dissenso, perciò possiamo dire che l'avvocato, interessandosi dall'esterno, voleva provare a ricostruire la vicenda, senza mostrare di sapere nulla in più di quello che ci ha riferito. Infine, inserisce un finale a sorpresa, che mai nessuno si sarebbe aspettato.

REGISTRO LINGUISTICO: Il lessico è semplice, immediato e anche aderente alla condizione socio-culturale dei personaggi. Infatti, come si nota, in alcune parti il lessico utilizzato è addirittura volgare, perchè il narratore riscrive esattamente le battute di alcuni personaggi con un forte accento romano. In altri casi invece prevalgono alcuni termini giuridici, che comunque sono facilmente identificabili e che molto spesso sono utilizzati in contesti come questo. Addirittura sono presenti le citazioni dei giudici del Tribunale, che usano un linguaggio specialistico legato al contesto. Per il resto, dove il narratore prova a ricostruire la vicenda, il lessico è familiare, perciò adatto ad un pubblico eterogeneo. La sintassi è prevalentemente paratattica, proprio in queste fasi, anche perchè nel resto del testo sono presenti numerosi discorsi diretti.

COMMENTO:Iniziando a leggere questo libro, abbiamo capito subito che la storia che narrava, ci avrebbe appassionato molto. Abbiamo trovato che i contenuti del racconto siano più che mai attuali considerando anche i fatti di cronaca riferiti quotidianamente dai Mass Media.
Inoltre, in alcuni passi del libro, abbiamo riscontrato situazioni purtroppo sgradevoli che rispecchiano la realtà odierna in cui sempre più spesso le minoranze etniche vengono prese di mira poichè considerate inferiori. E’ questa la ragione per cui alcuni episodi di intolleranza talvolta sfociano in atti di sconsiderata violenza se non di efferati omicidi, come nel caso del protagonista di questo libro. Ci auguriamo in futuro di leggere altri racconti di quest’ autore.

GIANLUCA ALLEVA, ALESSANDRO CAPUANO, DAVIDE CICCONI, CLAUDIO PONZO (2i)