La Docu-fiction Bastoggi

TRA FICTION E DOCUMENTARIO
Residence Bastoggi viene mandato in onda su RAITRE a partire dal 18 giugno 2003. Si tratta di una serie di 8 puntate da 25' ciascuna. Questo prodotto audiovisivo fa parte di un grande contenitore di storie, che prende il nome di "Il mestiere di vivere". In particolare Residence Bastoggi ha lo scopo di mostrare la vita e le vicende di coloro che abitano a Bastoggi, un quartiere che gode di pessima reputazione, nella zona nord di Roma. In questo agglomerato di palazzi sono confluiti, oltre a moltissimi abusivi, anche coloro che sono in attesa dell'assegnazione di una casa popolare: Bastoggi diventa un universo parallelo in cui vigono regole e stili di vita diversi dal resto della città.

RESIDENCE BASTOGGI: UNA REAL FICTION
Residence Bastoggi è l'esempio lampante di come la televisione possa mescolare linguaggi differenti; si tratta, infatti, di un prodotto ibrido in cui si oscilla continuamente dagli stilemi della fiction a quelli della tv verità. La prima ibridazione si ritrova nella materia narrativa: in Residence Bastoggi è la realtà a essere sceneggiata. Lo spettatore viene calato in un microcosmo realmente esistente del quale sono le vicende reali, vissute da persone reali, a essere raccontate; la mescolanza dei due linguaggi risiede nel modo in cui vengono presentate queste vicende e nel modo in cui le vivono i personaggi. Qui di seguito si analizzeranno sia le componenti derivanti dal genere della fiction, sia quelle derivanti dalla TV realtà.

LA PRESENTAZIONE DEL MICROCOSMO BASTOGGI:
La mescolanza tra il linguaggio della fiction e il linguaggio della TV realtà è ben visibile fin dai primi istanti di Residence Bastoggi, di cui viene riportato l'estratto:

8 palazzi e 2000 persone // questo è il residence Bastoggi // sembra un frammento di periferia e invece è un mondo intero // ad abitarlo sono famiglie in attesa di una casa comunale // a renderlo famoso / le retate della polizia // ladri che scappano / e giovanissimi rapinatori // all'ex Bastoggi / si arriva salendo su per una rampa / ma appena sei dentro / ti accorgi di aver superato un confine // ed è qui che vivono i nostri protagonisti // Chicca e Emiliano / Carlotta e Gianni / Maria e Alessandro / Titina e Sharon //

La voce narrante fuori campo presenta lo scenario che farà da sfondo alle vicende. L'attacco è documentaristico: il narratore spiega dove ci troviamo, chiarisce chi abita i luoghi presentati e spiega sommariamente la situazione di disagio che si vive a Bastoggi. Allo stesso tempo, tuttavia, Bastoggi diventa il teatro in cui si muovono i protagonisti, un luogo di cui si intuiscono le regole, diverse da quelle vigenti nel resto del mondo reale (mondo intero; ti accorgi di aver superato un confine). Con le sue parole, la voce narrante ha, altresì, il compito di introdurre il microcosmo in cui si muovono quelli che diventeranno i personaggi della real fiction: le persone reali che popolano questo mondo, anch'esso reale, nel momento stesso in cui appaiono sullo schermo assumono lo status di personaggi: si tratta di personaggi che recitano il ruolo di se stessi; in effetti è lo stesso narratore a conferire loro questo status chiamandoli “protagonisti” (ed è qui che vivono i nostri protagonisti). Questo cambiamento di status è altresì avvalorato nella sigla che segue l'incipit: allo spettatore vengono presentati i personaggi, il cui viso appare in una cornice sotto la quale è segnalato il loro nome. Tale tecnica è sicuramente eredità dei prodotti di finzione di tipo seriale, basti pensare a prodotti come Beverly hills 90210 o, senza andare troppo lontano, all'attuale sigla di Un posto al sole.

I PERSONAGGI E L'AMBIENTAZIONE:
Addentrandoci nel sistema dei personaggi che popolano Bastoggi ci si accorge, però, di come questi siano nettamente diversi dai personaggi presenti in una fiction classica. Se infatti in una fiction i personaggi sono differenziati tra loro in base a uno status sociale e in base alle proprie aspirazioni, in Residence Bastoggi si assiste a una sorta di appiattimento: tutte quelle caratteristiche che potrebbero differenziare troppo i personaggi sono eliminate, e gli abitanti di Bastoggi, forti del loro background comune, sono messi tutti sullo stesso piano. Quindi, anche se ogni personaggio si trova a vivere situazioni e drammi propri, non è possibile identificare un protagonista della serie: la narrazione è corale; all'interno di Bastoggi non esistono i buoni e i cattivi, esistono solo gli abitanti di Bastoggi. A riprova di questo aspetto, è possibile elencare le diverse storylines (già anticipate nell'incipit) che tengono in piedi questa real fiction, notando come tutte si equivalgano senza che nessuna primeggi sull'altra.
Chicca, 17 anni, da qualche mese vive con Emiliano, di 19 anni. Emiliano, che da minorenne ha già scontato due anni di carcere in Olanda per traffico di Cocaina, viene nuovamente arrestato per rapina. La vita di Chicca, da questo momento, si svolge tra Bastoggi e il piazzale davanti al carcere di Regina Coeli, per i colloqui con l'avvocato.
Carlotta, 23 anni. A 14 anni perde i genitori. Al momento delle riprese è incinta. Vive a Bastoggi. Il suo uomo, Gianni, di 20 anni più grande, è in carcere per rapina: Carlotta si trova a vivere la sua gravidanza da sola. La sua vita si svolge tra Bastoggi, gli ambulatori in cui fa i controlli medici e il carcere di Regina Coeli, per gli incontri con Gianni e con l'avvocato.
Maria, 20 anni: ha due bambini molto piccoli. È la compagna di Alessandro, che è sfuggito a una retata della polizia e adesso è latitante. Alessandro non sa se costituirsi o meno. La vita di Maria si svolge tra Bastoggi e il carcere di Regina Coeli, dove molto spesso accompagna Chicca, sua amica.
Titina è una donna adulta che proviene da Bastoggi ma non abita più nel quartiere. Titina ha un pub/ristorante che è diventato il luogo di ritrovo dei ragazzi di Bastoggi: tutti si fidano di lei e della sua esperienza. La donna aiuta spesso i ragazzi del quartiere dando loro un lavoro, come ha fatto con Manolo che abita addirittura a casa sua. Titina, inoltre, ha una figlia di 15 anni, Sharon.
Analizzando le storylines sopra elencate ci si accorge di come siano tutte molto simili tra loro; i personaggi, infatti, non sono assolutamente differenziabili in base allo status o alle aspirazioni. Vivono tutti la stessa situazione disagiata, ma in modi diversi, e aspirano tutti quanti alla stessa cosa: il blitz della polizia ha portato in carcere i protagonisti maschili e le ragazze vorrebbero di nuovo i loro uomini al loro fianco, o per lo meno che venga ristabilita la situazione antecedente al blitz. L'unica storia che si differenzia dalle altre è quella di Titina che, comunque, all'interno di Bastoggi svolge il ruolo di consigliera e aiutante.
Il sistema dei personaggi, quindi, appare molto lineare e, conseguentemente, l'impressione che lo spettatore ha è quella che non ci sia nulla di preconfezionato. Questa caratteristica deriva sicuramente della tv verità, o ancora meglio del reality show, in cui non si interpreta la realtà, ma la si osserva. Allo spettatore, infatti, viene data l'impressione di assistere a eventi reali, riportati sullo schermo in maniera naturale, in modo di lasciare spazio alla loro intrinseca drammaticità. Tuttavia l'intrinseca drammaticità degli eventi viene manipolata dal regista, che ne da un taglio derivante dalle tecniche dalla finzione: le vicende dei protagonisti, infatti, sono presentate non così come accadono, ma in modo che al centro ci siano i sentimenti. Questo è sicuramente il risultato di una scelta di montaggio, elemento caratteristico della finzione; infatti in Residence Bastoggi il montaggio è palesemente presente: il regista ha scelto sia cosa far vedere sia l'ordine di presentazione delle vicende. Il piano oggettivo diventa quindi un ibrido che lascia spazio alla soggettività dei sentimenti dei personaggi. Quindi, della realtà, si perde la descrizione oggettiva del reale per addentrarsi nella visione soggettiva di esso: ciò che lo spettatore vede non sono le mere vicende, ma come queste sono vissute dai personaggi. In sintesi, viene mantenuto il cosiddetto realismo dei sentimenti; tale realismo non si basa sugli scontri tra i personaggi, ma sulle vicende praticamente uguali che questi si trovano a vivere. Per questo motivo, si può prendere come esempio una singola vicenda, per analizzare il modo in cui questa si dispieghi secondo il classico schema canonico passionale. Lo schema canonico passionale, nel suo evolversi, prevede tre momenti successivi di crescita: la fase della costituzione, in cui il personaggio è messo nella condizione di conoscere una passione, che può essere data da una un “incidente” che elimina l'equilibrio di una situazione che prima lo possedeva; la fase di sensibilizzazione, in cui entra in gioco una situazione specifica e più particolareggiata che porta il personaggio a sensibilizzarsi; e la moralizzazione, momento in cui entra in scena il vero sé del personaggio. Prendendo una storia tra quelle sopra elencate, come quella tra Chicca e Emiliano, si nota come siano presenti tutti i momenti dello schema canonico passionale. Nella storyline di Chicca e Emiliano la fase della costituzione è data dalla situazione iniziale, in equilibrio: i due ragazzi vivono insieme e decidono di fare un restyling al loro nido d'amore; tuttavia nel momento stesso della costituzione, il personaggio è messo nella condizione di conoscere la passione che poi lo animerà; in questo senso, nella fase della costituzione è sia la descrizione dei personaggi, sia Bastoggi stessa a disporre gli animi in una determinata maniera: dalle prime battute si capisce che a Bastoggi vivono molti ragazzi che vengono considerati dei delinquenti; in più il narratore ci fa sapere che Emiliano, nonostante la sua giovane età, ha già scontato due anni di carcere: la situazione di equilibrio, quindi, ha già in sé il seme di quello che accadrà dopo:
Chicca: qui non ce potemo più stà
Amica di Chicca: qui non se po più vive
La seconda fase è quella della sensibilizzazione, in cui entra in gioco una situazione specifica che rompe quell'equilibrio che prima era solo minacciato dalle circostanze: Emiliano, in un blitz della polizia, viene arrestato e portato a Regina Coeli e Chicca rimane sola a Bastoggi.
26 settembre 2002 // blitz della polizia alla ex Bastoggi // dalla Bastoggi partivano razzie e rapine a supermercati / mc donadls / tabaccherie // arrestati Bentivoglio Emiliano / il ragazzo di Chicca / e i suoi amici // la vita a Bastoggi cambia // le ragazze rimangono sole //
Questo è il momento in cui avviene la patemizzazione del personaggio, in questo specifico caso di Chicca: la ragazza, progressivamente, si appassiona. L'appassionarsi di Chicca avviene in momenti diversi; in primo luogo al momento del blitz: la ragazza, al momento dell'arresto di Emiliano, perde completamente il senno.
Chicca: ho fatto un casino // le peggio… Bastardi / anfami / le peggio cose gli ho detto //
Emiliano: stava lì sotto // strillava come una matta // poi s'è calmata //

Dopo l'arresto, l'appassionarsi di Chicca procede di pari passo agli incontri con l'avvocato, fuori da Regina Coeli. La ragazza incontra l'avvocato sul piazzale del carcere, chiede informazioni riguardo le imputazioni del suo ragazzo e domanda quante possibilità ci siano che venga scarcerato, illudendosi che gli vengano concessi gli arresti domiciliari; inoltre cerca di far arrivare una lettera a Emiliano per le mani dell'avvocato, ma non le riesce nemmeno di ottenere questa cosa. Ed è proprio a questo punto che avviene l'emozione della ragazza.
La fase successiva è quella della moralizzazione, ovvero il momento in cui emerge il vero sé del personaggio. Per capire la moralizzazione di Chicca è bene tenere presente ciò che lei aveva rivelato prima del blitz della polizia:
Chicca: No / Emiliano se rivà dentro / io non ci vado più a trovarlo // l'ho giurato //
Chicca, in realtà, come detto prima, si comporta in tutt'altro modo: non riesce a stare lontano dal carcere di Regina Coeli, che diventa, col passare dei giorni, un vero e proprio ritrovo. Qui emerge la vera essenza della ragazza, una ragazza innamorata che non riesce a stare lontana dal suo fidanzato: a dividerli, il muro di un carcere.
È comunque bene notare come, accanto allo schema canonico passionale, derivante in tutto e per tutto dai meccanismi della finzione, manca però un aspetto fondante della fiction, ovvero quello della miticità. Nella fiction, infatti, si confrontano e convivono personaggi opposti per ricreare e stimolare nello spettatore l'impressione realistica delle contraddizioni che sono presenti nel mondo reale. Se, per esempio, analizziamo Un posto al sole, si può notare come la miticità può essere data dalla coppia Raffaele/Ornella, uno portiere l'altra medico; in questa coppia, conflittuale alla base, si ricreano tutte quelle dinamiche di classe che compongono le contraddizioni del reale. Questo non avviene in Residence Bastoggi. Nella fiction, inoltre, la miticità gioca anche su un altro livello, quello dei luoghi: i luoghi sono visualizzati solo per creare un contesto adatto alla narrazione; per questo motivo le location non saranno mai indagate approfonditamente dall'occhio della telecamera, che le abbozza solamente con inquadrature strette o con delle panoramiche standard; nella fiction i luoghi sono un mero set cinematografico. Al contrario in Residence Bastoggi è il luogo stesso a diventare personaggio, in quanto è continuamente ripreso ed esplorato, non solo in funzione di quello che accade ma anche per fare in modo che la telecamera diventi l'occhio curioso dello spettatore: lo spettatore viene, quindi, introdotto in un ambiente esclusivo, dove non sarebbe mai potuto arrivare con le sue gambe. È curioso, tuttavia, notare come della miticità propria delle fiction, venga comunque ripreso un aspetto, ovvero la dimensione temporale del “nel frattempo”: nel corso di un singolo episodio, infatti, si intrecciano diverse storylines. All'interno di una puntata sono raccontate fino a tre storie diverse. Per esempio, quando lo spettatore è intento a guardare l'ecografia di Carlotta dal ginecologo, la voce narrante interviene con queste parole:
Intanto sotto Regina Coeli / per Chicca / si è riaccesa la speranza // l'avvocato se n'è andato lasciando buone notizie //
Tornando al discorso sull'ambiente che diventa protagonista, è bene notare un altro aspetto derivante da una tecnica mutuata direttamente dalla fiction. Nella fiction, infatti, è centrale il concetto di simulazione: dell'ambiente della storia viene presentato solo una parte di quello che sarebbe totalmente visibile; come è già stato detto precedentemente, vengono mostrati solo quegli aspetti necessari a creare il mondo della storia. Il concetto di simulazione, tuttavia, agisce anche nella real fiction presa in esame, benché non dovrebbe essere presente, visto che il mondo ripreso esiste veramente; in realtà ne viene mostrata solo una parte, ovvero il rapporto tra le ragazze e i rispettivi fidanzati in carcere: di Bastoggi ci viene fatto vedere solo questo, e non, per esempio, l'eventuale rapporto dei ragazzi protagonisti con le rispettive famiglie o il loro rapporto con le altre persone che abitano nel quartiere.
Passando alla struttura della singola puntata, e ponendo l'attenzione soprattutto nel modo in cui questa termina e nel modo in cui inizia la successiva, è palese il ricorso alle tecniche della fiction e in particolare alle tecniche di rilancio in un serial. In un serial classico il finale di una puntata viene giocato sul mantenere aperta una questione, non concludendo del tutto il problema affrontato in precedenza; si crea quindi un cliff che troverà conclusione e compimento nella puntata successiva, che quindi comincia riproponendo il problema della puntata precedente. Questa tecnica viene utilizzata anche in Residence Bastoggi. Infatti, prendendo in esame la prima puntata, si nota come questa termini con una domanda espressa dalla voce narrante:
Emiliano sarà davvero rimesso in libertà?

Inoltre, dopo la sigla di chiusura vengono anticipate alcune scene della seconda puntata, in modo da dare un assaggino allo spettatore di quello che succederà in seguito, invogliandolo maggiormente a seguire la seconda puntata e quindi a sintonizzarsi nuovamente su RAITRE.
Dal canto suo, la seconda puntata comincia con un breve riassunto della prima, sia per ricordare allo spettatore appassionato quello che è accaduto nella puntata precedente, sia per introdurre ambiente e personaggi a chi se l'è persa:

A Bastoggi / nella periferia romana / un blitz della polizia ha portato in carcere molti ragazzi accusati di furti e di rapine // le loro donne sono rimaste sole // Carlotta aspetta un bambino / ma è sola ad affrontare tutti i problemi della gravidanza // il suo uomo / Gianni / è detenuto per rapina // Carlotta combatte per averlo vicino almeno per il giorno del parto // Maria / ha vent'anni e ha già due figli // il suo uomo / Alessandro / è appena sfuggito a una retata della polizia // ora deve decidere cosa fare / se continuare nella latitanza / o consegnarsi alle forze dell'ordine // Chicca ha un grande amore / Emiliano // Emiliano / ora / è detenuto a Regina Coeli // Chicca è convinta che le prove contro di lui siano inconsistenti //
La sigla iniziale della seconda puntata parte solamente dopo il riassunto.

LO STILE VISIVO:
In ultima istanza, è necessario analizzare lo stile visivo in cui viene affrontato il racconto in quando questo rappresenta certamente un discrimine tra gli stilemi della fiction e quelli della TV realtà.
In questo senso, guardando Residence Bastoggi la prima cosa che salta all'occhio è che vengono utilizzate le tecniche del documentario: ogni accorgimento tecnico è volto a ricreare la sensazione di qualcosa che viene ripreso in fieri, e quindi che non è stato confezionato precendentemente. Infatti, per quanto riguarda la fotografia ci si accorge di come questa sia assolutamente naturale, quindi senza l'ausilio di luci artificiali. Il montaggio, dal canto suo, è molto semplice ed è costituito da stacchi netti che permettono di passare da una storyline all'altra. Tuttavia l'effetto di guardare qualcosa che è accaduto veramente e che soprattutto è stato ripreso nel momento in cui accadeva, è dato essenzialmente dall'uso della camera a mano, quindi senza l'uso di carrelli: se l'operatore che riprende sta camminando, l'effetto sarà traballato. La sensazione è, quindi, quella di assoluta realtà. L'unico aspetto tecnico che avvicina Residence Bastoggi alle tecniche utilizzate nella fiction è l'utilizzo della musica, ovviamente non presente al momento delle riprese. Tuttavia la musica viene utilizzata nei momenti di riempimento, ovvero nei momenti in cui si stacca da una situazione all'altra. In altri casi la musica viene utilizzata per favorire il sentimentalismo dello spettatore, per esempio nella scena in cui Carlotta sta facendo l'ecografia dal ginecologo. Restando sempre nell'ambito dei suoni, la realtà la ritroviamo nel fatto che i personaggi non vengono doppiati: in questo senso, vista la cadenza regionale dei personaggi, si ha spesso una sensazione di “sporcatura”; le frasi dei personaggi non sono sempre comprensibili nella loro interezza.
Per concludere, alla luce di questa analisi, Residence Bastoggi si presenta come un prodotto totalmente ibrido, che vuole raccontare la realtà pur non rinunciando agli stilemi classici di costruzione dei personaggi e degli ambienti tipici della fiction.

Adattamento da: http://gropingly.blogspot.com/2009/04/tra-fiction-e-documentario-la-docu.html